Krusciov mentì

Grover Furr

Krusciov mentì. La prova che tutte le “rivelazioni” sui “crimini” di Stalin (e di Beria) nel famigerato “Rapporto segreto” di Nikita Krusciov al XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica del 25 febbraio 1956, sono dimostrabilmente false.

Krusciov mentì: copertina

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Recensione

Il XX congresso del PCUS, ed in particolare il “rapporto segreto”, sono tra gli avvenimenti che più hanno segnato la storia del movimento comunista nel secolo scorso. Da qui viene il pilastro centrale del fenomeno, che l’autore definisce come “paradigma anti-Stalin”. Questo fenomeno richiamava le interpretazioni della realtà sovietica dei primi trotskisti, menscevichi e sovietici emigrati. Con la differenza che, questa volta, tutto il movimento comunista mondiale accettò il paradigma, raggiungendo una diffusione mai raggiunta. Il proposito del libro qui presentato è quello di demolire uno dei principali pilastri su cui si basa l’intero paradigma, ovvero il “discorso segreto”.

Il volume ripercorre e analizza tutte le 61 accuse lanciate a Stalin (e in minore misura a Berija). Ne esce fuori che delle 61 accuse – così come sono state presentate da Krusciov – la quasi totalità sono menzogne. Oltre alla dissertazione – ampiamente sostenuta da numerosissime fonti e testimonianze – l’autore si sofferma sulle motivazioni che portarono Kruscev a pronunciare il discorso, con tutte le prevedibili conseguenze che ebbe per il movimento comunista mondiale.

La classica interpretazione maoista individua in quel discorso l’abbandono della linea leninista in favore del nuovo corso, che verteva principalmente verso riforme orientate al mercato e all’allontanamento dal concetto dell’inevitabilità dello scontro con l’imperialismo. Allontanamento favorevole alla coesistenza e competizione pacifica,nonché alla via parlamentare).

Oltre a questa classica lettura, l’autore avanza come plausibili motivazioni quella di un ritorno dell’apparato del Partito al potere a discapito dei Soviet eletti (in contrasto quindi con le direttive del XIX congresso) e quella della pesantissima complicità di Krusciov nelle repressioni degli anni ’30, in modo così da scaricare ogni possibile implicazione direttamente a Stalin e Berija.

In questo senso, oltre alla preziosa ricostruzione del criminale operato di Krusciov in qualità di Primo Segretario degli Oblast di Mosca e Ucraina durante l’Ežovšcina, il libro si caratterizza per metterne in risalto il ruolo di distruttore di prove e documenti che lo vedevano direttamente coinvolto, o di falsificatore laddove coinvolti c’erano altri dirigenti.

Alla luce di tutto questo, dal punto di vista scientifico, ogni pubblicazione che si basa sulle rivelazioni del “rapporto segreto” è segnata inevitabilmente dalle deliberate menzogne, distorsioni ed omissioni di Krusciov. Tanto che Furr parla dei suoi colleghi storici come di persone ragionevoli nella morsa di una narrazione irragionevole.

L’autore

Grover Carr Furr (1944) è laureato presso la McGill University di Montreal nel 1965. Doctor of Philosophy alla Princeton University nel 1978, insegna dal 1970 alla Montclair State University nel New Jersey.


Krusciov mentì
Autore: Grover Furr
Edizione:
La Città del Sole (2016)
Formato:
Copertina flessibile, brossura
Pagine:
426
Prezzo:
25€