Il sole dell’avvenire

Valerio Evangelisti

Il sole dell'avvenire: vivere lavorando o morire combattendo
Il sole dell'avvenire: chi ha del ferro ha del pane
Il sole dell'avvenire: nella notte ci guidano le stelle

Recensione

Se il tramonto del socialismo storico novecentesco ha portato ad un preoccupante ridimensionamento del movimento operaio, l’assenza di un potere politico antagonista non è però da considerarsi ad esclusivo vantaggio dei revisionismi.
Questo vuoto infatti lascia spazio anche alle idee di critici e autori indipendenti, potenziali contributori della ricostruzione di un dibattito quantomento interno.

E’ il caso di Evangelisti che, libero dalla narrazione patriottica e conciliatoria della storiografia del PCI repubblicano, può tornare a raccontare le origini e lo sviluppo del movimento operaio nazionale restituendo alla storia italiana anche la dimensione di storia di lotte tra classi.

E se la lotta di classe è il filo conduttore della trilogia de “Il Sole dell’Avvenire”, a valorizzare ulteriormente i tre romanzi storici è la potente funzione didattica per la quale l’opera sembra essere stata concepita.
Le esperienze di un nutrito coro di protagonisti infatti permettono al lettore di riscoprire il quotidiano come origine del politico, guidandolo nell’apprendimento degli avvenimenti e delle ragioni storiche alla radice dei contrasti in seno al movimento che ne determinarono la crescita, la maturazione, e la progressiva frammentazione.

Vivere lavorando o morire combattendo

Con “Vivere lavorando o morire combattendo” (1875/1898), primo volume dell’opera (foto del post), l’autore racconta l’Italia post-risorgimentale di Andrea Costa e Amilcare Cipriani, avventurandosi in un argomento raramente esplorato dalla narrativa di qualità.
Già da questo primo capitolo, sulla difficile vita di braccianti e contadini viene a proiettarsi l’ombra dello spietato meccanismo di repressione e persecuzione grazie al quale lo Stato borghese rivela la sua autentica natura di prodotto dell’inconciliabilità oggettiva degli antagonismi di classe.

Chi ha del ferro ha del pane

In “Chi ha del ferro ha del pane” (1900/1920), senza scomodare Lenin, Evangelisti impartisce una fondamentale lezione su “guerra di movimento” e “guerra di posizione”, rievocando le drammatiche conseguenze dell’atteggiamento nonviolento assunto dal riformismo socialista di fronte alla brutale repressione che la borghesia nazionale, in risposta al biennio rosso, scatenò sul proletariato con l’ausilio dei fasci di combattimento e della gendarmeria.

Nella notte ci guidano le stelle

Il periodo storico rievocato da “Nella notte ci guidano le stelle” (1920/1950) conduce inevitabilmente l’autore ad affrontare le molteplici contraddizioni interne ai fenomeni di massa dell’epoca. Il terzo capitolo della trilogia porta così in scena lo scontro tra le avanguardie fasciste e gli Arditi del Popolo, cede il passo al complesso scenario della guerra civile spagnola, ed infine trasporta il lettore nelle ore più dure della Resistenza.
Se la scelta di articolare le trame intorno allo spinoso rapporto tra Comintern e spontaneismo ne tradisce in parte il pensiero politico, Evangelisti riesce proprio con la coralità del romanzo a mantenere una narrazione imparziale degli eventi, lasciando allo stesso tempo lo spazio per una legittima critica dell’amministrazione sovietica – compromessa da una delicata situazione internazionale – senza scadere nella sterile condanna allo “stalinismo” cui la letteratura ci ha abituati.

Resistenza: guerra di classe, guerra civile e guerra di liberazione

Per concludere, se la monarchia incombe sulla vita dei personaggi con la ferocia di un Moloch biblico, rinvigorendo l’idea di continuità tra prefascismo e fascismo sempre negata dai liberali, le ultime pagine de “Il Sole dell’Avvenire” mostrano un’Italia del dopoguerra che dallo stato fascista eredita se non la forma, il contenuto.
In questa idea di continuità delle tre Italie, lontano dall’opportunismo con cui si tentava di trasformare l’avanguardia della classe operaia in partito di massa, Evangelisti restituisce finalmente alla Resistenza il duplice carattere di Guerra Civile contro i fascisti della RSI e Guerra di Classe, da troppo tempo dimenticato o smentito in favore del più politicamente corretto abito di Guerra di Liberazione contro il tedesco occupante.


“Il Sole dell’Avvenire” è frutto di un meticoloso lavoro di ricerca dell’autore, conseguito in parte in ambito accademico e pubblicato anche in forma di saggio. Consigliamo sull’argomento la lettura di “Storia del partito socialista rivoluzionario 1881-1893” (con Emanuela Zucchini, Odoya Edizioni 2013 – già Cappelli 1981).

Grazie all’edizione di un colosso dell’editoria come Mondadori, la trilogia ha beneficiato di una capillare distribuzione nelle librerie italiane, nonché di numerose riedizioni e di una calorosa accoglienza da parte del pubblico allineato. Ci limitiamo in questa sede a linkare la recensione del primo dei tre volumi da parte del Collettivo Militant, ed un tanto breve quanto interessante intervento dell’autore stesso sulla narrativa storica:

http://www.militant-blog.org/?p=10058

https://www.carmillaonline.com/2014/07/31/perche-scrivere-romanzi-storici-quali/

Per l’Indice completo dei tre libri, contattateci in privato.

L’autore de “Il sole dell’avvenire”

http://www.eymerich.com/biografia/


Edizione tascabile:

VOL1 – Vivere lavorando o morire combattendo
Autore: Valerio Evangelisti
Edizione:
Libri Mondadori (2019, già 2013, 2014)
Formato:
Copertina flessibile, brossura
Pagine:
540
Prezzo:
14,50€

VOL2 – Chi ha del ferro ha del pane
Autore: Valerio Evangelisti
Edizione:
Libri Mondadori (2019, già 2014, 2016)
Formato:
Copertina flessibile, brossura
Pagine:
532
Prezzo:
14,50€

VOL3 – Nella notte ci guidano le stelle
Autore: Valerio Evangelisti
Edizione:
Libri Mondadori (2018, già 2016)
Formato:
Copertina flessibile, brossura
Pagine:
518
Prezzo:
14,50€