Proletkult

Wu Ming

Proletkult: copertina

Recensione

Forte della capillare distribuzione Einaudi, di certo Proletkult non passa inosservato tra gli scaffali delle librerie. Tra l’altro, oltre all’inconfondibile moniker del collettivo bolognese, l’occhio non può non venire rapito dall’accattivante grafica, così come non si può rimanere indifferenti davanti l’esotico titolo del libro.

Ai più avvezzi della storiografia bolscevica l’espressione linguistica – coniata da Bogdanov rivoluzionario polimata, tra i principali protagonisti della vicenda narrata – evocherà di certo immagini di seducenti avanguardie artistiche e aspre battaglie ideologiche. Per chi venisse colto impreparato invece, con la lettura del libro avrà un ottima opportunità per scoprire uno degli aspetti che più divise le varie personalità del movimento operaio russo. Nell’arco del libro troviamo infatti una sintesi immaginifica di svariati fenomeni che hanno fatto parte della teoria e della prassi del pre e dell’immediato post 1917.

Ma andiamo con ordine, non si tratta solo di questo.
Se esiste – come ci si chiede nel libro – “un modo per celebrare le ricorrenze che non trasformi chi partecipa in un gregge”, questo è forse uno di quei casi.
Con il proverbiale stile narrativo dei Wu Ming, che mischia sapientemente realtà e finzione, siamo immersi nei giorni dei preparativi e dei festeggiamenti del X Anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.

Senza addentrarci troppo nella trama, sin dalle prime pagine ci viene posta la domanda cruciale (riportata in testa alla recensione) che ci accompagnerà durante tutta la lettura del libro. Da questo interrogativo si metteranno in moto gli eventi che in un modo o nell’altro ci porteranno ad ascoltare le varie voci di buona parte del pantheon dei leader rivoluzionari, rievocati dai ricordi e dalla ricerca da parte di Bogdanov di un vecchio compagno.

Dai loro punti di vista, così come da quello di Bogdanov, emergeranno le ragioni di condanna o di assoluzione al corso intrapreso dalla leadership sovietica, valutata come degenerazione o come grandiosa opportunità a seconda delle voci chiamate in causa. Il tutto è analizzato secondo il paradigma “tectologico” teorizzato da Bogdanov. In questo senso il libro ha anche il valore aggiunto di introduzione a questo metodo d’indagine. Metodo riscoperto da qualche tempo alla luce degli sviluppi recenti del pensiero sistemico e delle teorie eco-evolutive.

Impossibile quindi il non immedesimarsi in una delle parti in gioco. Soprattutto quando il quesito sembra oltremodo rivolto verso il lettore, e la lontana – nel senso temporale – società a cui dare risposta, la nostra.
Ma non è forse l’unica chiave di lettura alla domanda iniziale, forse l’intento degli autori è semplicemente quello di andare oltre a schematiche contrapposizioni storiche. Non è un caso forse che nella narrazione venga rievocato il X Anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, fonte di tafferugli e scontri tra l’opposizione e il governo.

Al dì là del fascino del protagonista, infatti, Bogdanov non sta né con l’opposizione né con Stalin. Forse i Wu Ming vogliono semplicemente dirci che a poco più o poco meno di un secolo dagli eventi narrati abbiamo bisogno di riappropriarci di quelle suggestioni. Ma anche del sogno di società socialiste sviluppate e di quel clamoroso fermento culturale che caratterizzò l’epoca storica delle rivoluzioni proletarie.
E, se come nella scienza dell’organizzazione di Bogdanov “L’arte serve a organizzare le esperienze” questo ne è sicuramente un ottimo esempio.

In ogni caso, per una piena fruizione di Proletkult, consigliamo vivamente la lettura di “Stella Rossa”, romanzo-utopia di A. Bogdanov (Agenzia Alcatraz 2018 – già Sellerio 1989). Ce ne occuperemo in futuro, così da sottolinearne la continuità e analizzarne i numerosi temi trattati. Temi sempre più presenti nel dibattito attuale quotidiano.

Estratti

Abbiamo intrapreso una strada tortuosa e costellata di sbagli. Alcuni evitabili, altri no. Chi può dire se arriveremo un giorno alla società senza classi… Non c’è modo per scoprirlo se non provare. Conoscere il mondo e cambiarlo sono la stessa cosa. Cambiare il mondo e cambiare noi stessi sono la stessa cosa. Non è quello che hai sempre detto? Per quanto alto sia il prezzo da pagare, non sarà mai più alto di quello che l’umanità ha già pagato in secoli di schiavitù e sfruttamento.

Proletkult

«Io lavoro per quel futuro», scrisse a Lunačarskij, senza rendersi conto del paradosso che adesso gli risulta chiaro. Se mai quel domani fosse giunto sarebbe stato perché qualcuno aveva fatto nascere quell’oggi. Se poteva dedicarsi alla cultura della nuova società, era perché quella società era finalmente possibile.

Proletkult

https://www.einaudi.it/content/uploads/2018/10/Pagine-da-INT_wu_ming_proletkult5-7.pdf

Gli autori di “Proletkult”

Wu Ming è una band di narratori attiva dalla fine del xx secolo.
Nell’ultimo anno del Novecento, col nome «Luther Blissett», i futuri Wu Ming pubblicarono il romanzo Q (Einaudi Stile Libero).

Ciascun membro di Wu Ming si è dedicato anche a opere «soliste».
Nel corso degli anni, intorno al collettivo si è andata formando una «costellazione» di progetti, un «collettivo di collettivi» chiamato Wu Ming Foundation.
Il blog di Wu Ming si chiama Giap. www.wumingfoundation.com/giap


Proletkult
Autore: Wu Ming
Edizione:
Giulio Einaudi Editore (2018)
Formato:
Copertina flessibile, brossura
Pagine:
333
Prezzo:
18,50€